Peraboni (IEG): fiere unite e pronte a ripartire
“Ci troviamo in una fase di piena evoluzione. Dove perdurano però alcuni tratti di incertezza globale. Faccio un esempio, in Cina il governo ha deciso per la riapertura delle fiere mentre in Germania è stato demandato tutto alle decisioni dei singoli Land. Per questo ritengo che occorra trovare una linea condivisa tra le diverse misure che si andranno ad adottare”.
Con Corrado Peraboni, figura di caratura internazionale nell’universo fieristico, amministratore delegato della quotata in Borsa Italian Exhibition Group (IEG) che poi vuol dire i poli fieristici e congressuali di Rimini e Vicenza, ulteriori sedi a Milano e Arezzo, oltre a fiere gestite in Lombardia, Toscana, Lazio, Campania e società in Cina, a Dubai e negli Stati Uniti abbiamo fatto il punto sullo stato del comparto all’avvio della Fase 2 post Covid.
“Il problema vero, comunque, è la situazione internazionale. Intanto deve essere chiaro e va sancito che le manifestazioni b2b non sono assimilabili agli eventi di massa. E’ fondamentale questo distinguo. Le nostre manifestazioni possono essere ben gestite attuando particolari protocolli di sicurezza. E questo è già stato fatto in Germania e, dunque, deve valere per tutti e anche in Italia perchè altrimenti si creerebbe un pericoloso vulnus verso i competitor degli altri Paesi. Le do un’anteprima, mercoledì usciremo con un piano safe che ritengo innovativo e completo, l’obiettivo è certamente ripartire ma soprattutto sostenere i nostri clienti. Perché sono loro la cosa più importante”.
Lei che oltre che di IEG è stato anche alla guida di Fiera di Milano e presidente di UFI e può quindi essere considerato uno dei massimi esperti del comparto fieristico a livello internazionale, come vede la sua evoluzione nel medio periodo?
“Le Fiere in una qualche misura cambieranno. Ma IEG è pronta. Occorrerà dedicare più attenzioni e investimenti agli aspetti della sicurezza di espositori e visitatori. Penso alle fiere del food che dovranno avere aspetti di ridefinizione, cito il tema delle dimostrazioni dal vivo di chef, pasticceri, gelatieri, che sono un autentico patrimonio di saperi e di business e vanno tutelate. Sono cauto ma credo che lo scenario sarà nei primissimi tempi mesi improntato sul fronte nazionale, poi nell’autunno riprenderanno anche le Fiere internazionali. Noi col nostro Osservatorio del TTG monitoriamo le date di riapertura delle tratte aeree internazionali e vediamo che sono ancora previste da metà ottobre in poi. Questo ad oggi, coltivando la speranza quotidiana di uno scenario sanitario migliorato in un più breve periodo. Perché bisogna avere la consapevolezza che le nostre manifestazioni sono un volano per un vastissimo indotto che proprio le Fiere alimentano come gli alberghi, i ristoranti, i trasporti ecc. Per questo è fondamentale che il sistema Paese presti attenzione a tutto questo”.
La crisi Covid-19 interessa tutto il mondo. Ci sono contatti tra le varie Fiere internazionali. Che reazioni si percepiscono negli altri Paesi?
“Ci sono quotidiani confronti nell’ambito delle nostre organizzazioni internazionali come Ufi ed Emeca per scambi di informazioni in tempo reale. La preoccupazione comune è che ci si trovi in presenza di una normativa disomogenea da Paese a Paese. L’Ufi per questo ha elaborato delle linee guida che auspica vengano tenute in considerazione da tutti. Altrettanto ha fatto nel nostro Paese l’Aefi”
IEG in che modo è vicina ai propri referenti (associazioni di categoria, espositori ecc.) in questa fase? Come vi state rapportando con loro?
“Sono varie le iniziative che abbiamo attuato in favore della clientela. Intanto abbiamo previsto la massima elasticità e flessibilità commerciale. In questo momento di incertezza non abbiamo voluto vincolare nessuno. Poi stiamo mantenendo sempre vivi i collegamenti con le nostre aziende espositrici anche attraverso le varie community delle diverse filiere. Crediamo sia fondamentale offrire la massima flessibilità agli espositori proponendoci come una piattaforma per riaprire il mercato. Mi permetta di fare un plauso anche a Italian Food Today che vedo ogni giorno promuovere e sostenere le aziende del food&beverage, un bello strumento di ripresa per il mercato”.
IEG è quotata in Borsa. Ci sono ripercussioni su questo fronte?
“Anche il nostro titolo, come moltissimi altri, ha sofferto. Noi stiamo monitorando il possibile andamento societario tenendo conto di due possibili scenari: se la ripartenza dell’attività avverrà nel secondo semestre l’impatto sarà contenuto. Se non ci si dovesse riprendere entro l’anno avremmo una situazione meno favorevole. Tenga però conto che IEG nel 2019 ha chiuso un bilancio record che stava addirittura migliorando nei primi due mesi del 2020 con Sigep e Vicenzaoro January, che hanno conseguito i risultati migliori di sempre. Se c’è da un lato evidente rammarico per lo stop dovuto all’emergenza Covid, c’è dall’altro la consapevolezza che, una volta superata, ripartiremo bene potendo contare su basi molto solide”.