Bene le vendite del Parmigiano Reggiano

La pandemia non si mangia il Parmigiano Reggiano che chiude il primo semestre 2020 con il segno positivo in Italia e all’estero.
Secondo un’analisi del Consorzio l’aumento delle vendite nazionali è stato del 6,1% (34.200 tonnellate contro le 32 mila del semestre precedente), mentre l’export è cresciuto dell’11,9%, con più di 27 mila tonnellate. Il 2020 è stato un anno eccezionale che ha cambiato anche la distribuzione dell’export del prodotto, dove il primo mercato è stato la Germania (19,6%), seguito da Francia (19,5%), Usa (18,2%), Regno Unito (13,5%) e Canada (5%). L’Europa cresce del 12,5% con incrementi notevoli per Paesi Bassi (+31,6%), Belgio (+31,3%), Germania (+16%), Regno Unito (+15,1%) e Francia (+7,2%). Bene anche l’extra-Ue con +11,9%, con Canada (+153,9%), Area del Golfo (+50,5%), Cina (+37,2%), Norvegia (+35,8%). Segno negativo, invece, per Grecia (-14,6%), Austria (-13,3%), Australia (-25,8%), Giappone (-3,2%) e Usa (-1,6%), flessioni legate principalmente alle incertezze sui mercati dovute al virus.
A cambiare è anche il formato preferito dai consumatori all’estero, porzionato e grattugiato che crescono rispettivamente del 14,7% e del 14,2%, mentre calano del 5,9% le forme intere.
“Il Parmigiano Reggiano sta comunque soffrendo di un eccesso di offerta che ha causato un calo dei prezzi e una conseguente riduzione della remuneratività per le nostre aziende“, commenta il presidente del Consorzio, Nicola Bertinelli. Così per riequilibrare il mercato il Consorzio acquisterà dai suoi 335 caseifici fino a 320mila forme da conservare in magazzino per immetterle progressivamente sul mercato quando sarà possibile ottenere una remunerazione adeguata al prodotto.