Sana apre e presenta un settore in forte crescita

Sana, il 33esimo Salone del biologico e del naturale ha aperto i battenti alla Fiera di Bologna dove resterà fino a domenica 12. Un Salone che vede un accresciuto interesse verso la vita e l’alimentazione green con sempre più italiani che scelgono prodotti che fanno riferimento all’ambiente dal “sostenibile” al “riciclabile”, dal “biologico” al “100% naturale”. Un mercato, come valuta Coldiretti, che vale 10 miliardi per effetto dell’aumento del 7,6% degli acquisti.

Una svolta spinta dall’emergenza Covid con più di un abitante del Belpaese su quattro (27%) che nel tempo della pandemia acquista più prodotti ecofriendly rispetto a prima. Un trend reso possibile dal fatto che – sottolinea la Coldiretti – l’Italia è diventata il Paese più green d’Europa grazie alla leadership per numero di aziende agricole impegnate nel biologico nella Ue, al primato per specialità ad indicazione geografica riconosciute con 316 Dop/Igp/Stg, 415 vini Doc/Docg e 5266 prodotti tradizionali regionali censiti e alla più grande rete di mercati contadini di vendita diretta a km zero. 

Ma l’Italia – evidenzia la Coldiretti – è leader pure nella biodiversità con 504 varietà iscritte al registro viti contro le 278 dei cugini francesi e su 533 varietà di olive contro le 70 spagnole, ma anche grazie all’azione di recupero di varietà e razze a rischio di estinzione con i “Sigilli” di Campagna Amica che hanno creato nuovi sbocchi commerciali a prodotti della tradizione contadina che non sarebbero mai sopravvissuti alle regole delle moderne forme di distribuzione.

“In un Paese come l’Italia che è leader in Europa nel numero di imprese impegnate nel biologico occorre approvare subito la legge nazionale che prevede anche l’introduzione di un marchio per il bio italiano per contrassegnare come 100% Made in Italy solo i prodotti biologici ottenuti da materia prima nazionale” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che Il provvedimento sostiene tra l’altro anche l’impiego di piattaforme digitali per garantire una piena informazione circa la provenienza, la qualità e la tracciabilità dei prodotti con una delega al Governo per rivedere la normativa sui controlli e garantire l’autonomia degli enti di certificazione. Un passo importante per dare la possibilità di distinguere sullo scaffale i veri prodotti biologici Made in Italy – conclude Prandini – dinanzi all’invasione di prodotti biologici da Paesi extracomunitari, che spesso non rispettano gli stessi standard di sicurezza di quelli Europei”.

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