L’Italia agroalimentare è una (pen)isola felice dice il focus della SACE

L’agroalimentare è il fiore all’occhiello dell’Italia. E in questo senso la nostra è certamente una (pen)isola felice.
Lo sostiene la SACE che ha diffuso il focus “Agroalimentare: Italia, una (pen)isola felice”, un’analisi sull’export del settore realizzata dal proprio Ufficio Studi.
Ne detriva che L’agroalimentare è un settore “in salute”, dove le vendite oltreconfine sono generate principalmente da poche grandi geografie, tra cui diversi Paesi emergenti; le importazioni, invece, sono per lo più appannaggio dei Paesi avanzati.
In questo contesto l’Italia presenta un saldo commerciale positivo grazie soprattutto alle vendite di prodotti lavorati; beni quali vino, pasta e formaggi portano l’eccellenza sulle tavole di tutto il mondo .
Lo scorso anno l’export di agrifood italiano ha raggiunto il valore record di €52 miliardi e positive sono anche le previsioni per il 2022, seppur con la cautela del caso dettata dalla congiuntura attuale sia sul fronte politico legato al conflitto in corso, sia su quello economico dovuto agli aumenti di prezzo delle materie prime.
L’agroalimentare, al pari di molti altri settori, sta affrontando la sfida della sostenibilità con il supporto delle istituzioni: a livello europeo con il Farm to Fork, così come a quello italiano con il PNRR, le imprese si stanno muovendo verso un sistema alimentare sempre più equo, sano e rispettoso dell’ambiente; questo cambiamento è reso possibile anche dallo sviluppo di nuove tecnologie, in particolare da una sempre maggiore digitalizzazione.
Le imprese italiane del settore, impattate anche dai forti aumenti del costo dell’energia, dovranno fronteggiare un calo della redditività e adottare soluzioni, anche con il supporto di SACE, per diventare nel tempo meno vulnerabili a shock di mercato tra cui puntare alla diversificazione dei mercati di approvvigionamento, rivolgendosi in primo luogo ai vicini produttori europei.