Caffè al bar: gli aumenti sono ancora contenuti

Si parla molto degli aumenti del costo del caffè e delle ricadute sulla tazzina di espresso consumata al bar. Per vederci chiaro la Fipe ha effettuato una ricerca in tutta Italia.
intanto secondo l’ufficio studi della federazione ad aver registrato incrementi del 16,9% a livello di Unione Europea non è stato il caffè al bar (il famoso espresso), bensì il caffè macinato utilizzato in casa per la moka. E’ questa la “tazzina” che ha subito rincari pesanti che in alcuni Paesi hanno sfiorato anche il 30%. A ben vedere, tuttavia, in Italia la miscela utilizzata per preparare il caffè tra le mura domestiche ha fatto registrare incrementi ben più modesti (+6,6%).
Invece per la tazzina di espresso al bar oggi il prezzo medio è di 1,09 euro con un incremento rispetto ad un anno fa del 5,8% quando la tazzina costava mediamente in Italia 1,03 euro. Lungo la penisola il prezzo medio oscilla dentro una forchetta che va da 0,90€ a 1,30€.
“Insomma – dice la Fipe – la tazzina più amata dagli italiani fa registrare aumenti ben al di sotto dell’inflazione generale che oggi sta al +8,9% e se il confronto lo facciamo con il carrello della spesa (11,4%) la distanza è ancora maggiore.
Dinanzi ad aumenti importanti dei prodotti alimentari e soprattutto della bolletta energetiche quali sono le ragioni che spingono i bar a tenere piuttosto fermi i listini? Per quanto riguarda il caffè sicuramente la sovra esposizione del prodotto verso l’immaginario del consumatore ma anche le abitudini di consumo. Il caffè si sa è un prodotto simbolo del bar italiano. Ma questo basta a spiegare tanta cautela? No, non basta perché se vediamo la dinamica dei prezzi che riguarda il settore della ristorazione nel suo complesso ritroviamo identica cautela. Gli ultimi dati ci dicono che l’Italia è tra i Paesi europei in cui bar e ristoranti hanno mosso meno i listini nell’ultimo anno”.