L’erbazzone reggiano pronto per l’Igp

L’Associazione produttori Erbazzone reggiano, una torta salata tipica della zona di Reggio Emilia, di origine molto antica, ha presentato la domanda di riconoscimento per l’Indicazione geografica protetta, che viene attribuito dall’Unione europea.
L’Erbazzone reggiano è una torta salata ripiena di erbe e costituita da due sfoglie di pasta non lievitata all’interno delle quali è contenuto un ripieno a base di verdure e formaggio Parmigiano Reggiano. È di forma rotonda o rettangolare, irregolare, di spessore compreso tra 1 e 3 cm e di peso tra 300 gr e 3 kg. Il processo di produzione dell’Erbazzone reggiano prevede la preparazione della pasta con farina di grano tenero, acqua, strutto, sale. La lavorazione del ripieno prevede l’utilizzo di spinaci e bietole cotte e insaporite con un soffritto preparato con cipolla e lardo, che può essere aromatizzato a piacere con aglio, prezzemolo e/o pepe. A questi ingredienti si aggiungono formaggio Parmigiano Reggiano e pane grattugiato. Altri ingredienti opzionali sono il latte e olio extravergine di oliva e burro a integrazione del lardo. È vietata l’aggiunta di conservanti, aromi e/o altri additivi. Il ripieno, in un quantitativo a piacere ma con proporzione minima del 50% di peso rispetto a quello del prodotto finito crudo, viene steso tra due strati di pasta sottile e racchiuso ai bordi. Dopo avere cosparso lo strato superiore con lardelli di suino, l’Erbazzone reggiano viene cotto al forno e somministrato tagliato in pezzi rettangolari/quadrati o in spicchi.
La zona di produzione dell’Igp Erbazzone reggiano è costituita dall’intero territorio della Provincia di Reggio Emilia.
“L’avvio del processo di registrazione della Igp Erbazzone reggiano è una grande opportunità per la provincia di Reggio Emilia, ed è la notizia che attendevamo per aggiungere un nuovo prodotto al lungo elenco delle eccellenze dell’Emilia-Romagna, veri tesori che vantano grande qualità e sicurezza alimentare- ha dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi-. Un passaggio importante per dare il giusto riconoscimento a un prodotto che proviene dalla tradizione alimentare delle famiglie e da una storia gastronomica e culturale di un intero territorio, sempre più diffuso e conosciuto anche in altre zone grazie alla sua bontà e qualità, determinate principalmente, come nel caso di tutte le 44 Dop e Igp emiliano-romagnole già riconosciute, dal luogo di origine e dall’abilità dei nostri produttori. La Regione sta lavorando assieme ai consorzi per la tutela e la promozione delle Dop e Igp che hanno un grande valore economico e produttivo per tante aziende dell’agroalimentare, seconda voce di export dell’Emilia-Romagna dopo la meccanica e i motori, con un valore della produzione dei prodotti a indicazione geografica che si attesta a 3,6 miliardi di euro”.
Le Dop e Igp dell’Emilia-Romagna
L’ultima edizione del Rapporto Ismea-Qualivita conferma l’importanza dell’Emilia-Romagna nel sistema europeo delle Indicazioni geografiche. L’Emilia-Romagna è la prima Regione italiana per impatto Dop e Igp del cibo: le 44 denominazioni registrate rappresentano un valore alla produzione attestato a 3,1 miliardi di euro (e una crescita del 12% rispetto al 2020/21), che diventano 3,6 miliardi complessivi, se sommati alle 30 denominazioni registrate per il vino.